Mercoledì 8 marzo 2023 il gruppo Over 60 organizza un’uscita sul Monte Tomba, con visita ai ruderi del Castel de la Bastia San Giorgio.

PROGRAMMA

ORE 7,45 – Ritrovo al parcheggio di via Masarè (vedi Google Maps) a Cavaso del Tomba, località Caniezza. Compattamento delle auto e spostamento nei parcheggi vicini alla partenza del sentiero.

ORE 8,15 – Partenza escursione lungo il sentiero 212. Lungo il tracciato incontreremo l’oratorio di S.Giorgio posto sul colle del Paveion che domina il borgo di Caniezza, anticamente abitato da un eremita e attualmente Museo dei percorsi storici della Valcavasia, quindi il colle dove sono ancora visibili pochi ruderi dell’importante Castel de la Bastia San Giorgio e, proseguendo nel bosco, raggiungeremo malga Le Tombe e ancora lungo la stradina per ostaria Da Miet e Malga Doc, fino alla sommità del monte Tomba dove sono ancora visibili le trincee della Prima Guerra Mondiale. Riscenderemo lungo il sentiero 212 fino a LeTombe e poi lungo la strada carrareccia in Val Del Buset, fino ai parcheggi della partenza della nostra escursione.

ORE 13,30 – Pranzo alla Spaghetteria-pizzeria Da Rodi, a Cavaso del Tomba(vicino alla chiesa), per chi desidera partecipare.

Qualche informazione sull’uscita:

  • Lunghezza percorso: circa 12 km Dislivello max : 580 mt
  • Difficoltà: E (Escursionistico) – Non presenta tratti esposti
  • ISCRIZIONE: Cell. Gruppo Over60 3791668485 (Irene) entro Lunedì 6 Marzo ore 18.00
  • Quota:
    • Soci, € 15,00 con pranzo in spaghetteria (antipasto, bis di primi, bevande, caffè)
    • Soci, € 2,00 senza pranzo
    • Non Soci: da dichiarare all’atto dell’iscrizione, € 14,00 (senza pranzo)
  • Trasporto: auto propria
  • Equipaggiamento: da escursionismo
  • Incaricati: Pasqualetti Paolo e Posmon Mariangela

Nota: si raccomanda a tutti i partecipanti di portare con sé la tessera sanitaria, e nel caso di patologie, tutta la documentazione necessaria.

Castel de la Bastia al colle di San Giorgio

La fortificazione di Caniezza, documentata a partire dal 1317, apparteneva all’epoca alla famiglia dei Da Castelli, come il dirimpettaio castello di Castelcies e varie altre fortificazioni militari. Nell’ambito delle guerre tra trevigiani e Carraresi (Padova), a metà del 1300, la struttura venne rinforzata con mura e trasformata in Bastia.

Bastia indica un luogo con impianto difensivo militare, ma con ampio spazio all’interno della cortina muraria principale, adatto ad accogliere temporaneamente la popolazione locale dalle scorrerie di eserciti nemici. Tra il 1381 e il 1388 il territorio della Val Cavasia cade in mano ai Carraresi, ma dal 1404 quasi tutta la regione, contado per contado, si dona alla ormai dominante Venezia, che realizza così lo Stato da Tera, lasciando comunque ampie autonomie ai singoli domini e la facoltà, teorica, di rinnovare periodicamente la dedizione a San Marco.

Nel 1413 il Senato veneziano, in un vasto piano di razionalizzazione territoriale ai fini militari, ordina la demolizione delle Bastie e di numerosi castelli non più funzionali alla difesa militare, ma inutilmente costosi. La Bastia di San Giorgio venne risparmiata dalla demolizione e restò ancora attiva per alcuni anni, con tanto di capitano e una piccola guarnigione militare.

Ricerche archeologiche effettuate a fine anni ’90, hanno permesso di delineare la struttura principale della fortezza. Una ampia cinta muraria di forma poligonale-ellittica di circa 65 metri di lunghezza e circa 25 di larghezza, che asseconda la conformazione del panoramico risalto collinare, ai piedi del monte Tomba e proteso sulla Val Cavasia. All’interno, nell’angolo nord-ovest, rimangono i resti di una possente mastio, la torre quadrangolare di circa 8 metri di larghezza con un muro di circa 1,5 metri di spessore, ma non vi sono indicazioni circa la sua altezza. Esternamente alla traccia della cortina muraria, sono stati rinvenuti altri elementi di manufatti accessori alla difesa. Tutta la struttura è caratteristica per la pietra “Biancone” che si trova in loco.

Vista la posizione fortemente dominante e panoramica, è ipotizzabile una frequentazione a scopo militare ben più antica. Probabilmente qualche struttura militare, su genere delle torri di osservazione e segnalazione doveva esistere già in epoca romana, ma non è da escludersi l’insediamento di un castelliere di epoca preistorica, cosa abbastanza comune in tutti i colli del circondario. Lo stesso, vicino, oratorio di San Giorgio Abate può essere l’indizio di una frequentazione stabile di epoca tardo-romana e longobarda, anch’esso sulle tracce di edicole pagane ben più antiche. 

Non è tuttavia chiara l’origine di questo tempietto sul colle di Paveion, che un tempo era persino ‘Comun’ autonomo. Come non è chiaro l’avvicendamento tra i santi, forse accumunati solamente dal nome. Le notizie certe sono molto più recenti e trattano di lasciti e prescrizioni testamentarie documentate dal 1500, con le testimonianze di un eremita di fine 1700 che curava l’oratorio con le elemosine di numerosi ferventi fedeli. Inizialmente si trattava di San Giorgio di Lidda, Cappadocia, il santo-guerriero martire del 300, noto per le vicende dell’uccisione del drago di Silene e, in alcune regioni alpine, protettore di streghe e attività esoteriche, credenza ipotizzata anche da queste parti.

Scarica il programma e le notizie su Castel de la Bastia [pdf – 97 kb]