ORGANIGRAMMA

  • Sito Web: www.rocciatorifeltre.it
  • Presidente: Diego Toigo – email grupporocciatori@caifeltre.it
  • Segretario: Paolo Conz
  • Componenti: Ballerin Thomas, Boz Silvio, Broccon Marcello, Capretta Bruno, Casanova Franco, Cassol Sergio, Conz Paolo, Corso Lorenzo, Dalla Rosa Edy, Dalla Rosa Sigfrido, De Menech Enzo, De Bortoli Giulio, De Gol Dimitri, De Martini Bonan Davide, Gatto Mario, Gatto Michele, Maoret Loris, Marchetti Giampaolo, Nussio Dario, Pauletto Luigi, Perenzin Luca, Perizzolo Giuliano, Rech Valerio, Sartor Moreno, Scagnet Claudia, Toigo Diego, Zanella Giorgio, Zanusso Alberto.
  • Lo statuto del Gruppo Rocciatori Feltrini

Leggi anche:


CAI Feltre - Gruppo Rocciatori

CHI SIAMO

Il Gruppo Rocciatori Feltrini, ricostituito nel 1967, è sorto per raccogliere in un unico blocco di spiriti e di energie tutti coloro che con vera passione arrampicano (su roccia e su ghiaccio), con lo scopo di far conoscere ed amare la roccia ai giovani che sanno alimentare in sé una profonda passione per la montagna e di conservare le tradizioni e la storia dell’alpinismo feltrino.

Dall’attività del Gruppo Rocciatori devono essere assolutamente esclusi ogni esibizionismo, ogni più o meno larvato utilitarismo, ogni esclusivismo ambizioso; la montagna deve essere salita con serietà, con modestia e con sincerità d’intenti: amicizia, disinteresse e generoso altruismo devono essere i più profondi sentimenti del vero rocciatore.

In montagna soprattutto , ed anche in qualsiasi altra attività riguardante il G.R.F., ogni suo componente deve operare con sentimenti di sincera profonda amicizia verso compagni , lasciando da parte ogni interesse personale.


LA NOSTRA STORIA

Premessa

Tra il 1971 e 1974 il valoroso alpinista austriaco Franz Hauleitner, in due ampi e documentati saggi sulla storia alpinistica del Sass de Mura e del Cimonega pubblicati sulle Alpi Venete, apriva l’ultimo capitolo della ricerca con queste considerazioni: “da alcuni anni alcuni valorosi ed entusiasti arrampicatori, appartenenti al Gruppo Rocciatori del C.A.I. di Feltre, si sono posti come traguardo le pareti più diffìcili delle loro montagne di casa” (2)… “una schiera di alpinisti giovani e capaci determinano ora autorevolmente l’attività alpinistica nel nostro gruppo [Cimonega n.d.r] per gli anni successivi”… e abbracciando “con lo sguardo tutta la storia della esplorazione del gruppo possiamo dire che, escluso il periodo pionieristico classico dal 1878 al 1897, il merito della scoperta del gruppo del Cimonega va quasi esclusivamente agli italiani, e per lo più anzi agli stessi feltrini” (3).

Gruppo Rocciatori CAi Feltre anni '80
Gruppo Rocciatori CAi Feltre anni ’80

Qualche anno più tardi (1980) in un ampio e approfondito studio sulla storia alpinistica dei Feruch, l’amico Veniero Dal Mas, parlando del periodo più recente dell’esplorazione alpinistica del gruppo così scriveva: “paradossalmente è dopo l’alluvione del 1966, cui consegue l’interruzione delle comunicazioni verso Gosaldo e l’abbandono definitivo di Gena Alta, che nasce e si sviluppa un serio interesse per il gruppo. Il merito va ascritto per intero agli alpinisti del Gruppo Rocciatori di Feltre che contemporaneamente ad una splendida ed intensa attività esplorativa sul Cimonega e sul Pizzocco, incominciano ad avventurarsi sui Feruch, riscoprendone con sistematicità i sentieri e risolvendo numerosi problemi alpinistici” (4).

Credo che riconoscimenti più obiettivi ed autorevoli, certamente non sospetti, non potessero venire a quella pattuglia di giovani entusiasti che, sul finire degli anni ’60, aveva dato vita al Gruppo Rocciatori del C.A.I. di Feltre. In verità l’esperienza non era del tutto nuova nella storia della sezione CAI. di Feltre, trovando due significativi precedenti, già negli anni ’40 e ’50, nell’attività di due gruppi di alpinisti che, sia pure in modo diverso, svilupparono una significativa attività di esplorazione alpinistica nelle Dolomiti feltrine, sulla scia di una ormai consolidata tradizione locale. Va infatti sicuramente ascritto al merito della guida feltrina Gabriele Franceschini lo sviluppo, negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale, di una vasta attività di esplorazione nei gruppi del Cimonega e del Pizzocco, con la conquista di numerose cime minori e l’apertura di nuovi itinerari sulle pareti ancora inviolate delle cime principali (5).

Percorsi e tracciati
Percorsi e tracciati

Prima di Franceschini, la cui attività merita uno studio apposito e non può essere qui trattata, altri due feltrini, Attilio Messedaglia e Antonio Sacchet (di Cesiomaggiore), sul finire degli anni venti, scrivevano un’altra bella pagina di storia alpinistica delle Dolomiti feltrine tracciando un nuovo itinerario diretto sulla parete Nord del Piz de Sagron (18.9.1927 – m 450 – IV) (6). Si può perciò affermare che, se si eccettuano il periodo pionieristico della seconda metà dell’800, che vide la conquista delle cime principali dei gruppi, e l’attività svolta da Ettore Castiglioni negli anni tra il 1927 ed il 1934, con la salita di alcune tra le principali pareti dei diversi gruppi (7), gran parte della storia alpinistica delle Dolomiti feltrine è stata scritta proprio dai feltrini.

E forse è anche per questo che ancor oggi questi luoghi, la cui incontaminata e selvaggia bellezza ha colpito l’interesse dei più appassionati cultori di montagna, conservano il fascino di un tempo. Ad un tempo fedeli interpreti della più autentica tradizione dell’alpinismo dolomitico e gelosi custodi delle proprie montagne gli alpinisti feltrini delle diverse generazioni, quasi silenziosamente, ma con singolare continuità e tenacia, hanno scritto in poco più di cinquantanni, una pagina importante di storia delle Dolomiti, ed hanno portato un contributo alla conoscenza di quelle che Severino Casara definiva “le montagne che compendiano tutte le bellezze delle Alpi orientali”.

Il primo e secondo Gruppo Rocciatori: 1946-1960

Le vie
Le vie

Tra i compagni di cordata di Gabriele Franceschini, nei primi anni della sua attività come nei periodi più vicini a noi, troviamo alcuni giovani tra cui Emiliano e Aldo Meneghel, Dario Palmintari ed Enrico Bertoldin, che, in periodi diversi, hanno dato un contributo fondamentale alla formazione di quella tradizione alpinistica, dalla quale presero vita il primo ed il secondo gruppo rocciatori. Sono proprio Emiliano e Aldo Meneghel insieme a Dionigi D’Alberto, Vettor Delaito, Giancarlo Zadra, Franco Di Palma e don Giulio Perotto che nel 1946 danno vita al primo gruppo rocciatori, costituitosi in occasione del trasporto in cima al Sass de Mura di una croce metallica (22.9.1946 per la Via Cesaletti-Dia-mantidi ora chiamata Via della Croce) (8).

Tra le salite compiute meritano essere ri­cordate la parete Est della Punta Regina (E. Meneghel e D. D’Alberto – 12.7.1946); la prima ripetizione della Cresta Nord del Sass de Mura (D. D’Alberto e E. Meneghel -15.9.1946); il camino della parete Sud del Crot del Diaol (A. Meneghel e D. D’Alberto – 16.7.1947); la parete Sud Est della Punta della Regina (A. Meneghel e D. D’Alberto – 17.7.1947); la prima ripetizione invernale della Via della Croce al Sass de Mura (V. Delaito e G. Carlo Zadra – 20.2.1949); la prima ripetizione invernale della via comune al Piz de Sagron (G. Carlo Zadra e G. Bongiana – 8.3.1953). Ma l’impresa più significativa di questo periodo è la salita della parete Sud del Sass de Mura, itinerario grandioso di difficoltà sostenuta, compiuta il 16.8.1947 da D. D’Alberto, A. e E. Meneghel e Vettor Delaito, che risolve uno dei problemi principali del Sass de Mura (9).

Esaurita la breve, ma significativa esperienza del primo gruppo rocciatori, nel 1958 si ricostitui­sce il sodalizio per iniziativa di O. Bertelle, E. Bertoldin, T. Berton, C. D’Incau, A. Fontanive, I. Speranza, W. Bodo, la cui attività alpinistica si sviluppa con la esplorazione delle cime minori, con la effettuazione di alcune prime ripetizioni, tra cui alcune invernali, e con l’avvio della valorizzazione del gruppo (costruzione del bivacco Feltre al Pian della Regina). Vanno qui ricordate oltre ad alcune salite compiute in questo periodo da Bertoldin con G. Franceschini (10), la prima ripetizione della via Franceschini per la parete Est al Piz de Sagron (E. Bertoldin, T. Berton – 24.7.1956); la prima invernale del Comedon per la cresta Sud (T. Berton, I. Speranza – 7.2.1959); la prima invernale delJa^yia Darmastadter per la cresta Sud al Piz de Mez (T.. Berton, I. Speranza – 15.2.1959); la prima invernale del Sasso Largo per il canalone Sud Ovest meridionale (C. D’Incau, I. Speranza -20.2.1959); la salita della Punta Feltre e della Gusela C.A.I. Feltre del Sasso delle Undici (O. Bertelle, A. Fontanive – 5.7.1959); la prima ripetizione invernale della Via Franceschini per la parete Sud Est al Piz De Mez (seconda invernale assoluta E. Bertoldin, W. Bodo -20.3.1960); la prima ripetizione dello spigolo Sud – via Franceschini – alla Punta della Regina (E. Bertoldin, T. Berton – 24.4.1960); la prima ripetizione della via Franceschini per la parete Sud Est alla Punta Feltre (T. Berton -28.8.1960) (11).

Il terzo Gruppo Rocciatori

Le vie
Le vie

Muovendo da questa valorosa tradizione e nel rinnovato proposito di proseguire nella esplorazione e nella scoperta delle montagne di casa, ancora per tanta parte sconosciute all’alpinista, nel 1967 nasce il 3° gruppo roccia­tori. A conclusione del primo corso roccia orga­nizzato dalla sezione (1967 – direttore del corso Bepi Pellegrinon) (12) un gruppo di giova­ni, che vantano già una vasta conoscenza delle montagne di casa e una verifìcata esperienza alpinistica, decidono di unire le loro forze, di mettere insieme le diverse esperienze e di impegnarsi nel lavoro di formazione delle nuo­ve leve (13).

Si trattava, così si legge nell’ari. 1 dello Statuto, “di raccogliere in un unico blocco di spiriti e di energie tutti i giovani feltrini che con vera passione arrampicano (su roccia e ghiac­cio) e di far conoscere e amare la roccia ai giovani che sanno alimentare in sé una profonda passione” (14). Espressioni che potrebbero oggi suonare un po’ retoriche, ma che esprimono pienamente l’entusiasmo e lo spirito che animò allora quei giovani e che caratterizza ancor oggi la vita del gruppo.

Nel nuovo sodalizio si fondono la esperienza del gruppo dei valdobbiadenesi (Decio De Bernardo, Mario Gatto e Giovanni Zucchetto), dei feltrini (Giulio Bonan, Mario Carniel, Giulio De Bortoli, Roberto Fiabane, Oscar Giazzon, Stefano Sartor e Egidio Zatta), dei quali fa parte anche il bellunese Cesare Levis e di un’altra cordata formata da tre giovani di Santa Giustina, Cesiomag-giore e Pedavena (Tito Pierobon, Ennio Conz e Lino Zanandrea), che si erano già costituiti in gruppo autonomo de “i boat”, e che avevano già al loro attivo, proprio quell’anno, la direttissima della parete Nord del Sass de Mura (15).

Salita
Salita

Si pose subito il problema del nome da attribuire al neonato sodalizio, ma la discussione tra “faganei” (il gruppo feltrino, che intendeva richiamarsi alla tradizione del vecchio gruppo rocciatori) e “boat” non ha mai sortito un risultato, e così è rimasto, senza far torto a nessuno, il solo nome di “gruppo rocciatori del C.A.I. di Feltre” (16).

Come si è detto, la nascita del nuovo gruppo non poteva essere meglio celebrata. È infatti del 1967 (14-16 agosto 1967) l’apertura della via direttissima della parete Nord-Ovest della Cima principale del Sass de Mura, che segna l’entrata del VI grado nel massiccio, ma, nello stesso tempo, conferma la scelta naturale del gruppo per un impegno nell’esplorazione e conquista delle Dolomiti Feltrine.

Salita
Salita

Un’attività di notevole rilievo, anche se non molto conosciuta, ma non per questo meno importante, sotto il profilo sia qualitativo che quantitativo, se si considera che dopo la fase pionieristica e la fase esplorativa del periodo fra le due guerre ed i primi anni del dopoguer­ra, essa può essere considerata la vera risco­perta alpinistica delle Dolomiti Feltrine. Essa si sviluppa, come si è detto, nei gruppi del Cimonega, del Pizzocco e dei Monti del Sole, con fasi alterne e, talvolta, si allarga alla frequentazione di altri gruppi (Pale di S. Marti­no) e, naturalmente, alla ripetizione delle vie classiche dei diversi gruppi dolomitici.

A tale attività fa da contorno lo sviluppo di una ricerca di carattere storico, ambientale, naturalistico, finalizzata ad una più vasta e ap­profondita conoscenza del territorio nel suo complesso, cui danno un apporto essenziale il prof. Cesare Lasen, il maestro Armando Sco-pel ed il prof. Sergio Claut. Questi ultimi solle­citarono in particolare l’attenzione anche alpini­stica del gruppo verso l’ambiente incontamina­to e selvaggio del Palughet, ove essi stessi realizzarono alcune prime salite.

La prima generazione: 1967-1974

Foto di gruppo
Foto di gruppo

II primo presidente del Gruppo Rocciatori Decio De Bernardo è il primo animatore entu­siasta di quella attività di esplorazione alpinistica, specie nel selvaggio ambiente dei Monti del Sole, che costituisce uno dei tratti essenziali della vita del gruppo. Dal versante Valle del Mis al versante Cordevole decine di vecchi sentieri di cacciatori, ardite cenge e nuovi itinerari alpinistici vengono ripercorsi e scoperti dopo decenni di abbandono, con un paziente ed appassionato lavoro nel quale Decio De Bernardo trascina tutto il gruppo (17). A queste attività fa immediatamente seguito l’apertura di nuove vie di salita alle diverse cime del gruppo. Con Mario Gatto il 13.10.1968 apre una nuova via sulla spigolo Sud della Cima Est dei Feruch (150 m III e IV) (18), nel 1969, dopo un primo tentativo del 2 gennaio, il 9 marzo realizza la traversata invernale della Val Soffia per F.lla Zana e Val Regolerà; sempre nel ’69 M. Gatto e R. Mion scalano la parete Sud-Est del Torrione Val Cordevole (III) con discesa per parete Nord-Est (doppie) (19). Nel 1971 Decio De Bernardo e M. Gatto realizzeranno anche la prima ripetizione invernale della parete Sud della Cima Est dei Feruch con traversata invernale per FJla dei Pom e F.lla delle Coraie. A De Bernardo e Gatto si aggiunge un altro valdobbiadenese, Guido Frare che con M. Gatto realizza, sempre nel gruppo dei Monti del Sole, la salita alla parete Nord-Est della Cima Est dei Feruch (27.7.1969); lo spigolo Sud-Ovest della Cima del Bus del Diaol (17.8.1969); la parete Ovest della Torre del Camin (21.6.1970); la prima ripetizione invernale della Cima Est del Pizzon per la cresta Est (1972).

G. De Bortoli, E. Conz e C. Levis
G. De Bortoli, E. Conz e C. Levis

L’esplorazione dei Monti del Sole trova impegnate anche le altre cordate del gruppo: G. De Bortoli ed E. Zanatta realizzano nel 1969 la prima salita della Torre W. Bodo (torrione della cresta della Cima Ovest dei Feruch); G. De Bortoli, E. Conz, C. Levis e C. Cima (Sez. CAI. di Belluno) il 10.8.1969 realiz­zano un nuovo itinerario che in parte ripercor­re la Via Castiglioni della parete Sud e poi si sviluppa originalmente tra la Cima Ovest e il Pollice e si conclude sullo spigoletto Nord della Cima Larga (20). Il 7.6.1970 G. De Bortoli, E. Conz e C. Levis compiono la prima salita della Torre dei Feruch per la via di discesa Castiglioni-Detassi-s-Brunner; nello stesso anno G. De Bortoli, S. Pierobon e D. De Bernardo scalano lo spigolo Ovest della Torre del Monte Fornel (300 m, IV e IV+) (21).

Ancora M. Gatto e R. Mion il 15.10.1972 scalano la parete Nord della cima Ovest del Pizzon. Proprio in ragione di questa intensa attività, insieme esplorativa ed alpinistica che rilancia l’interesse per il gruppo dei Monti del Sole, la delegazione triveneta del C.A.I. asse­gnerà alla Sezione C.A.I. di Feltre la competen­za della gestione dei sentieri e della tutela dell’intero complesso montuoso. Gestione e cura portate avanti negli anni con impegno e passione dai soci della Sezione e dai compo­nenti del gruppo, su una linea di rigoroso rispetto dell’ambiente, di conservazione e tute­la delle sue caratteristiche selvagge, così con­sentendo che ancora ugualmente incontamina­to e selvaggio giungesse fino a noi. C’è da augurarsi che con l’intervento della nuova disci­plina regionale e l’attribuzione delle competen­ze alle Comunità montane, la situazione non abbia a cambiare. Ritorneremo sui Monti del Sole con la seconda generazione del gruppo, che negli anni 75-79 vi aprirà numerose nuove vie.

Alcune foto d'archivio
Alcune foto d’archivio

In questi primi anni di vita l’interesse delle diverse cordate del gruppo si rivolge anche, e direi soprattutto, verso il Cimonega e il Piz-zocco, con la realizzazione di nuovi itinerari via via più impegnativi e dando prova di notevoli capacità ed inventiva. Nello stesso tempo i componenti del gruppo sono impegnati nella ristrutturazione della casera Palia, alle falde del Pizzocco, che porterà nel 1968 all’inaugurazio­ne del bivacco Palia, base importante per la futura esplorazione delle pareti Ovest della montagna. Tra il 1969 e il 1973 Ennio Conz, Giulio De Bortoli, Cesare Levis, Guido Frare e Severino Pierobon realizzano numerose salite, di note­vole impegno, che segnano una svolta significa­tiva nella storia alpinistica delle Dolomiti feltri­ne: si passa dalla conquista delle diverse cime attraverso gli itinerari più logici ed immediati, alla risoluzione dei problemi più ardui ed alla ricerca degli itinerari più difficili ed originali.

Sono del 1969 la Via dell’Amicizia per la perete Sud-Ovest del Pizzocco, elegante e vario itinerario di 400 m, con difficoltà di IV grado e IV + (Conz, Levis, De Bortoli) (22), la diretta parete Ovest della Cima Ovest (Levis, Conz, T. Pierobon, De Bortoli – 400 m – V e VI) e la via Levis per parete Ovest alla cima principale (Conz, De Bortoli, T. Pierobon, Da Pian). Di quest’ultima sarà compiuta nel 1971, dalla cordata Levis, Conz, Pierobon, la prima ripetizione invernale. È del 1970 la diretta alla parete Sud del Sass de Mura, itinerario di 700 m, con difficoltà dal IV al VI grado, e la conquista della parete Nord della Cima occidentale dello stesso Sass de Mura (Levis, De Bortoli – 14.9.1970 – 450 m – IV).

Del 1971 è la prima ripetizione invernale della cresta Nord (Via Franceschini) compiuta dalle cordate De Bortoli, S. Pierobon, Roman e Zatta, e la diretta alla parete Nord della Cima Ovest, sempre del Sass de Mura, delle cordate Levis, Conz, De Bortoli e S. Pierobon, itinerario con difficoltà dal IV al VI grado ed artificiale. Il 18.6.1971 Enrico Bertoldin e Giulio De Bortoli salgono per la prima volta la parete Sud-Est della Cima Sud-Ovest del Sass de Mura lungo un sistema di camini senza partico­lari difficoltà; undici giorni dopo, gli stessi realiz­zano un secondo itinerario, facile e remunerati-vo, a destra del precedente, lungo il pilastro. Il 23.6.1971 E. Bertoldin, S. Claut e R, De Paris salgono la Punta del Larice e il Gendarme del Palughet nel gruppo delle Pale del Palughet; il 10.7.1971 E. Bertolin e S. Claut salgono la parete Nord-Ovest della Cima Dodici (Grup­po delle Vette); il 17.7.1971 E. Bertoldin in solitària sale la parete Ovest della Cima Sud-Ovest del Sass de Mura. Sempre sul Sass de Mura nel 1973 G. De Bertolì e S. Claut realizzano anche un’itinerario lungo la Costa Divisoria e lo spallone Ovest che consente l’attacco della via dei primi salito-ri del Sass de Mura direttamente dal Pass de Mura e senza effettuare il lungo percorso di avvicinamento attraverso il Cadin e la F.lla Neva (m 380 – II e III).

Il 2 settembre 1973, dopo un tentativo fallito del giugno precedente, viene realizzato uno dei capolavori di questo periodo: la diretta Est della Parete Piatta sullo Spallone Sud-Est del Sass de Mura, itinerario di quasi 600 m, con difficoltà di IV, V, V+, Al A2, aperta dalle cordate De Bortoli, Conz, Frare e S. Pierobon. La via è stata più volte ripetuta in questi ultimi anni da numerose cordate del gruppo roccia­tori ed è considerata per difficoltà, bellezza, severità dell’ambiente, compattezza della roc­cia, tra le più belle arrampicate delle Dolomiti. Nella parte superiore nel 1974 (4.8.1974), Cas-sol e C. De Bastiani, effettuando la prima ripetizione della via, hanno realizzato una variante terminale sulla sin. della lunghezza di 100 m e difficoltà di IV + e V+.

A questi itìnerari principali si aggiungono altri, di minore difficoltà, ma di notevole valore alpinistico, sulle cime minori: la prima salita alla Torre San Lorenzo delle Torri di Cimia, gruppo del Pizzocco (M. Gatto, O. Gìazzon – 1969 – m 220 – IV-IV+), la parete Sud-Est della Torre di Neva (Conz, Zanandrea – 1969 – m 120 – III e IV), lo spigolo Nord-Ovest della Gusela Marini (De Bortoli, Levis, De Bernardo, S. Pierobon – 40 m – V e V+ – 1970), lo spigolo Sud-Ovest del pilastro della Torre di Neva (Levis, S. Pierobon – m 230 – IV, IV + – 1971), la parete Nord-Est della seconda Torre di Cimia, ribattezzata Torre Valdobbiadene (Gatto, Frare – 200 m – IV, V -1971), e un nuovo itinerario sulla parete Sud del Sasso delle Undici (6.8.1973 – Gatto, Frare, De Menech – m 280 – II e III). Non mancano poi, in questo periodo, alcune prime invernali di significativo rilievo: nel 1969 la prima invernale della cresta Ovest, Via Casti-glioni-Detassis, alla Cima Ovest del Pizzocco (Conz-Costa) (23). Il 26.12.1970 la prima inver­nale della Via De/e Herzog al Pilastro Sud-Ovest del Campanile del Focobon (Gatto-Levis-Frare) (24). Il 5/6 gennaio 1973 E. Conz e De Menech effettuano la prima ripetizione in­vernale della Via dell’Amicizia alla parete Sud-Ovest del Pizzocco.

La seconda generazione 1974-1980

La seconda generazione
La seconda generazione

Con gli anni 74-76, durante la presidenza di Giulio De Bortoli, il gruppo si arricchisce dell’apporto di numerose nuove leve che dan­no vita a quella che si può definire la seconda generazione. Al nucleo storico si aggiungono nel frattempo Pierobon Severino (di Soccher di Ponte nelle Alpi), Luciano Roman, Enrico Bertoldin (25), Pompeo De Paoli, Livio Cassol, Corrado De Bastiani, Enzo De Menech (“Bu-bu”), Armando Pari, Diego Dalla Rosa, Mauri­zio Zanolla (“Mariolo”), Nivio De Bastiani, Re­nato Corte, Aldo Bortolot, Aristide Riera.
Vecchie e nuove cordate continuano nel­l’attività di ricerca, esplorazione e valorizzazio­ne dei gruppi del Pizzocco, del Cimonega e dei Monti del Sole, ma, nello stesso tempo, l’inte­resse comincia ad ampliarsi anche alle vicine Pale di S. Martino.

Sono del 1974 due vie nuove del gruppo del Pizzocco: un nuovo itinerario sulla parete Sud della Cima Ovest (Cassol, De Bastiani, Vieceli – m 400 – V+) e uno, diretto, sulla estremità di sin. della parete Ovest della Cima principale (De Bastiani, Cassol, S. Pierobon – 400 m – IV+, A1) entrambi ad opera di Livio Cassol e Corrado De Bastiani, una cordata estremamente affiatata che, unendo l’eleganza dì Livio alla potenza di Corrado, scriverà in pochi anni, fino alla tragica morte .di Corrado (Parete Nord-Est del Pizzocco – 1.8.1976), alcune tra le più belle pagine della storia del gruppo. Sempre nel 1974 la cordata Frare, Gatto e De Menech apre un interessante itinerario sullo spigolo Sud-Est della Cima di Valscura (26).

E ancora del 1974 è la conquista della Cima Calamina nell’ambiente suggestivo della Val Giasenozza, dominata dal Piz de Sagron, da parte della cordata De Menech, Claut e Scopel, che nell’anno successivo realizzerà anche un nuovo itinerario sullo sperone Ovest del Piz de Sagron: la Croda del Gabbian. De Bortoloni e Conz scalano il Castello d’Alvis, torrione addossato alla base della parete meridionale della cima Ovest del Sass de Mura; De Bastiani e Zallot salgono, con itinerario breve ma diretto ed impegnativo, la parete Nord del Pizzocchetto; De Bortoli e Claut scalano il Campanile di Val Giasenozza, nel massiccio del Piz de Sagron; Aristide Riera e Oscar Giazzon aprono un interessante itinerario sulla parete Est della Cima Wilma nel gruppo delle Pale (300 m – III e IV).

Sempre nel 74-75 vengono effettuate alcune prime ripetizioni, tra le quali alcune invernali, di rilievo: la prima invernale della traversata dei Campanili di Val di Roda (Conz, Frare, Armando Pari e S. Pierobon) (27); la prima invernale della Via Barbier alla Cima del Coro (De Bortoli, Conz, S. Pierobon, De Bastiani) (28); la prima ripetizione della via Timillero-Thomas alla Punta della Disperazione (Pari, Balcon) (29); la prima ripetizione della parete Nord del Sasso Largo – Via Castiglioni-Detassis (C. De Bastiani, L Cassol). Il 1975 conosce la ripresa di una intensa attività nel gruppo dei Monti del Sole ad opera delle cordate più giovani della nuova generazione: Diego Dalla Rosa, Maurizio Zanella (“Manolo”), Roberto De Bortoli e Aldo Bortolot.

Matura tra questi giovani un modo del tutto nuovo e singolare di arrampicare, ad un tempo svincolato da ogni legame con la cultura alpinistica classica ed insieme caratterizzato da un rapporto diretto ed esclusivo con la natura, dal pieno affermarsi dell’arrampicata libera come valore assoluto, e dalla pratica di una forte solidarietà di gruppo. La concezione dell’arrampicata come divertimento e come atto di liberazione individuale si esprime in una pratica ed in una cultura caratterizzate da una fortissima componente libertaria ed insieme, a suo modo, ribelle e contestatrice. Ne sono espressione sia l’arditezza degli itinerari che la pratica frequente dell’arrampicata solitària, né è priva di significato, in questo contesto, che non ignora l’asprezza dello scontro sociale negli anni 77-78, la dedica di alcune tra le più belle vie realizzate ad Andreas Baader e Ulricke Meinhof (due estremisti tedeschi “suicidati” in carcere) ed a Franco Serantini (studente ucciso in uno scontro con la polizia).

Già nel 1974 Roberto De Bortoli e Diego Dalla Rosa avevano aperto una nuova via di rilievo sullo spigolo Ovest della Cima della Borala (600 m di IV e V grado) mentre la cordata Dalla Rosa, Bortolot, aveva realizzato la prima assoluta invernale della parete Ovest del Tornon. Nel 1975 Diego Dalla Rosa, in solitària, apre una nuova via sulla Cima Ovest dei Feru-ch per il versante Sud (23.10.1975) e sulla parete Sud della Cima Larga (per la parete Sud e lo spigolo Est – 24.10.1975).

Ancora nel 1975 D. Dalla Rosa e “Manolo” aprono una nuova via sullo spigolo Ovest della Cima delle Coraie (1.11.1975 – m 300 – IV, IV+ e V); sempre “Manolo” con A. Bortolot apre una nuova via sul Tornon, per lo spigolo Sud-Ovest (11.7.1975 – m 250 – III e IV+). Alle attività sui Monti del Sole si aggiunge un nuovo itinerario sulle Vette Feltrine per lo spigolo Sud del Cavalier (Dalla Rosa, Bortolot R. De Bortoli), mentre la cordata Frare, Gatto, De Menech ritorna nel gruppo del Focobon tracciando una nuova via sulla parete Nord del Campanile omonimo (30).

Sono sempre del 1975 alcune importanti prime ripetizioni tra le quali meritano essere ricordate in particolare quella della via Aste-Solina alla Punta Chiggiato nel gruppo del Fo-cobon (Frare, Severino Pierobon) (31); la prima invernale dello spigolo Sud-Ovest della Cima di Val Scura – Via “William” – (De Bastiani, Cassol, Conz); la prima invernale della via Levis, Conz, De Bortoli, Pierobon alla parete Ovest della Cima Ovest del Pizzocco (Dalla Rosa, “Mano­lo”); la prima invernale della via De Bastiani-Cassol-Vieceli alla parete Sud della Cima Ovest del Pizzocco (De Bastiani, Dalla Rosa) (32); la prima invernale della via Timillero alla parete Ovest della Pala del Rifugio (Dalla Rosa, Manolo) e della via Scalet-Gogna alla parete Sud della Pala del Rifugio (Dalla Rosa, “Mano­lo”, De Bortoli, R. Galliani); la prima invernale dello spigolo Serafini al Campanile Alto dei Lastei (Frare, L Cassol) (33).

Il 1976 è caratterizzato da uno sviluppo notevole della attività nel gruppo delle Pale di S. Martino ad opera di nuove e vecchie cor­date. De Zordi Aldo, Riera Aristide, nuovi com­ponenti del gruppo, insieme ad Oscar Giazzon e Federico Rech aprono una nuova via sulla parete Sud-Ovest del Picco di Val Pradidali, mentre gli stessi De Zordi e Riera realizzano un nuovo impegnativo itinerario sulla Cima Pra­didali. “Manolo” e De Bortoli Roberto aprono una via nuova di estrema difficoltà sul Dente della Pala del Rifugio per il diedro Sud-Ovest (Via F. Serantini – 200 m – VI+) e ripetono in invernale la Via Zonta sul diedro Sud-Ovest del Sass d’Ortiga.

Dello stesso periodo sono alcune solitàrie di rilievo: la via Frisch alla Pala del Rifugio (Dalla Rosa e poi anche “Manolo”) (34); la via Scalet-Gogna alla parete Sud della Pala del Rifugio (“Manolo”); la via Zonta al Sass d’Ortiga (Dalla Rosa); la fessura Franceschini con variante della Compagnia al Dente del Rifugio (“Manolo”); il diedro Ovest del Campanile Alto dei Laste! (Guido Frane). Livio Cassol, nel gennaio 1976, effettuerà nel gruppo del Pizzocco tre prime ripetizioni invernali solitàrie: la via dell’Amicizia, la via Levis-Conz-De Bortoli-Pierobon per la parete Ovest della Cima Ovest, la via Cassol-De Bastiani per la parete Sud della Cima Ovest (35).

Nel gruppo dei Monti del Sole Dalla Rosa, “Manolo” e Bortolot aprono un nuovo, diffìcile itinerario nella fessura Sud-Ovest della Cima della Borala (600 m – dal II al V e A1), mentre nel Gruppo del Sass de Mura Dalla Rosa e “Manolo” aprono una nuova via sulla parete Sud-Ovest dello Spallone Sud-Est (23.10.1976 – m 350 – IV e IV + su roccia ottima). Sempre sullo spallone Sud-Est del Sass de Mura L Cassol e C. De Bastiani tracciano un nuovo itinerario molto bello per la parete Ovest (19.4.1976 – m 350 – IV e V). Ancora nel gruppo del Cimonega “Manolo” e Giulio De Bortoli effettuano la prima ripetizione della via Castiglioni alla parete Sud del Comedon (21.10.1976) mentre Dalla Rosa e “Manolo” ripetono la via Conz-Levis-De Bortoli per la parete Sud al Sass de Mura (36).

Diego Dalla Rosa e “Manolo”

Nel ’77 succede alla presidenza del Gruppo Guido Frare che, insieme ad Armando Pari, contribuisce ad allargare l’interesse del gruppo verso le Alpi occidentali, ripetendo alcuni itinerari classici sul Monte Bianco. Entrano nel frattempo a far parte del gruppo Aldo De Zordi, Claudio Furlin ed Ivo Speranza (37).

Sempre nel 1977 la ormai collaudata cordata Dalla Rosa-Manolo, realizza alcuni nuovi itinerari di varia difficoltà, ma di grande interesse: sulle Pale di San Martino una nuova via sulla parete Nord della Pala del Rifugio, a sinistra del verticale spigolo Nord, (06.07.1977, m 500, con difficoltà continue dal V+ e Al ) e la cresta Est del Campanile Elmo (12.5.1977, 350 m , III, IV e V); nel gruppo del Sass de Mura, sempre Dalla Rosa e Manolo, dopo aver effettuato assieme a Roberto De Bortoli la prima ripetizione della via dei “Boat” (38) aprono un elegante e divertente tracciato sulla parete Nord, a destra della stessa via, che ha in comune con questa il breve zoccolo (400 m IV e IV+); sulla cima di Val Scura, per la parete Sud, tracciano una nuova via di estrema difficoltà (350 m dal IV+ al VI e A2, A3 – 19.05.1977); sul Sasso delle Undici (gruppo del Cimonega) una via per la parete Nord Est (400 m , III e IV, un passo di V, su roccia molto friabile) viene aperta dalle cordate Manolo-Vettoretto e R. De Bortoli-Facchin. Sempre nel ’77 Dalla Rosa e Bortolot realizzano una variante iniziale molto bella di 100 m , per camino, alla via per la fessura Sud Ovest alla Cima della Borala (39); ancora nel ’77 Dalla Rosa e Bortolot aprono un interessante itinerario su roccia ottima e con difficoltà dal IV al V+ e Al, sulla parete Nord Ovest della Cima del Bus del Diaol (via “Ulrike Meinhof”) ed una via elegante e divertente per fessura sulla parete Nord Ovest del M. Fornel (200 m , IV). Manolo e Dalla Rosa salgono la parete Sud della Palazzo (23.04.1977), itinerario di 450 m con difficoltà dal III af V+ (40).

Sempre in questo periodo Dalla Rosa e Bortolot effettuano la prima ripetizione della via De Bortoli-Levis per la parete Nord alla Cima Ovest del Sass de Mura (41). Sono del 1978 una nuova via per la parete Sud Ovest alla Gusela Marini, Gruppo del Pizzocco, che supera direttamente lo spigolo orientale (40 m IV, V, V+ Dalla Rosa-Dal Pro e il Greco) (42); nel gruppo dei Monti del Sole una nuova via per la parete Est della Cima del Bus del Diaol (Dalla Rosa e Manolo 08.09.1978 m 360 con difficoltà dal IV superiore al V+); la parete Sud Ovest, per pilastro centrale, della stessa Cima (Dalla Rosa e J. Bertelle, 19.06.1978, 200 m , IV, IV+ e un pass. di V); la parete Sud Est del Monte Alto (Dalla Rosa e Manolo 16.06.1978 m 420, IV e V+); la traversata di cresta dalla Cima della Borala alla Cima Est dei Feruch e alla F.lla dei Pom (13.10.1978 Dalla Rosa in solitària); la salita della parete Sud Ovest della Cima della Borala (via del Gran Diedro) tra lo Spigolo Ovest e la via Casarotto-Albiero (600 m , III, IV+, V e 20 m V+ Dalla Rosa in solitària 13.10.1978).

Ancora nel 1978 Manolo con Aurelio De Pellegrini apre una magnifica via sullo spigolo Sud della Torre Sprit (sottogruppo della Croda Gronda) lo “spigolo della melodia” (19.11.1978, m 450, IV, V+ e VI- su roccia ottima) (43); sempre con Aurelio De Pellegrini, Manolo traccia un nuovo itinerario sulla parete Sud del Sass de Mura, che risolve il problema della salita diretta, fino alla banca Sud, delle placche grigie, tra la via D’Alberto e compagni e la via Conz-Levis-De Bortoli (350 m con difficoltà sostenute fino al VI) (44); ancora con De Pellegrini, Daniele e Simoni, Manolo traccia una nuova via sulla parete Sud della Pala Canali (600 m V, autunno 1978) e la via dei “piazaroi” sullo spigolo Sud della Cima della Madonna (m 220, VI+).
Nell’autunno 1978, tra le altre numerose vie aperte da Manolo nei vari gruppi, meritano essere ricordate, sulle pareti della Valle del Sarca, la via “Cesare Levis” alla parete Sud alla Pala del Pian della Paia (300 m VI – Manolo-Groaz-Furlan), la via “Gadotti” al Pilastro Magno del M. Brente (600 m VI – Manolo-Groaz).

Sempre nel 1978, nel gruppo delle Pale di S. Martino, Diego Dalla Rosa con M. Simoni apre una bellissima via sulla parete Ovest della Cima Canali, a destra della fessura Bull, itinerario di 400 m con difficoltà continue tra il V e il V+; Manolo e Bortolot aprono un nuovo itinerario per la parete Est alla Cima Immink (450 m dal III al IV+); Manolo e De Sortoli tracciano la via del Gran diedro per la parete Nord Est sempre alla cima Immink (400 m , IV, V, VI); Dalla Rosa e Manolo aprono una nuova via, per la fessura Nord, alla parete Est della Pala del Rifugio (500 m IV, V, V+ e Al, 22.09.1978) (45); sul gruppo del Pizzocco Dalla Rosa e G. Bordin aprono un bellissimo itinerario diretto sulla parete Sud Ovest della Cima principale (a sin. del grande tetto, m 200 con difficoltà fino al V+ su roccia ottima) e sempre Dalla Rosa con Pompanin apre una nuova via diretta sulla parete Ovest della cima Ovest tra la via Levis e la via De Bastiani-Cassol-Pierobon (300 m V e VI) (46). Di particolare rilievo, sempre quest’anno, la seconda ripetizione della via Biasin al Sass Maor, salita realizzata per la prima volta in giornata dalle cordate Manolo-Dalla Rosa-Nivio De Bastia ni-Cesare Levis (47).

Viene alla ribalta in questo periodo (1977-78) la prima donna appartenente al gruppo, Rosanna Canova, che insieme a Giulio De Bortoli, che qualche tempo più tardi sarà suo marito, realizza un nuovo interessante itinerario sullo spallone Est del Piz de Sagron concludendosi sulla cima della torre Sagron (31.07.1977, 600 m , II, III e passi di IV e IV+). Sempre di questo periodo è la salita della Torre del Mat (torrione ad Ovest del M. Neva) per camino Nord Est (E. Bertoldin-S. Claut, m 100-111).

Purtroppo il 1978 si era aperto con una grave sciagura: un componente del gruppo, Ivo Speranza, e due carissimi amici, Roberto Marlin e Darlo Padovan perdono la vita durante una traversata sci alpinistica del gruppo di Fanis, nel tentativo di ripetere uno degli itinerari più impegnativi della zona (la e.a. discesa Gandini) che da F.lla Fanis si immette nel sottostante Vallone e poi nella Val Travenanzes. Due anni prima, nel 1976, anche l’amico Corrado De Bastioni cadeva nel tentativo di aprire una nuova via sulla parete Nord del Monte Pizzocco. A lui, nel 1978, Aldo De Zordi e Aristide Riera dedicheranno la stessa via, completata da dove l’aveva drammaticamente interrotta Cor­rado. Nel ’78 se ne va, stroncato da un inesorabile male, anche Cesare Levis, che aveva legato il suo nome ad alcune delle più belle imprese del gruppo e ad una notevole attività in tutte le Dolo­miti.

Nel 1979, nel Gruppo dei Monti del Sole, Diego Dalla Rosa, insieme a A. Aminta realizza una nuova via sulla parete Ovest della Torre del Monte Alto (28.09.1979, m 300, da IV a V+), sulla parete Nord della Peralora (29.09.1979 m 320 dal III al V) e la salita dello spigolo Nord del Pilastro Nord della Torre dei Feruch, itinerario stupendo di 700 m , con difficoltà dal IV al V su roccia solida, che supera direttamente l’affilato spigolo settentrionale del grande pilastro della Torre.

Sempre nel 1979 Manolo, insieme ad Aurelio De Pellegrini realizza alcune vie sulle pareti delle cime del Pop nel gruppo della Marmolada (4 ); insieme a Piero Valmassoi, apre una nuova via sulla punta che si eleva tra la cima Pradidali e il Campanile Giovanna, proponendo il toponimo dedicato a Cesare Levis (m 275, VI e A2); ancora con P. Valmassoi apre una via di 360 m , con difficoltà continue tra il V e il VI, sulla parete Sud della Lasta del Sol (Gruppo del Cimerlo). Nello stesso periodo Manolo comincerà la frequentazione della parete del Totoga aprendovi le prime vie di estrema difficoltà (via Lucertola Schizofrenica m 200 – VII; Via Amodites, m 140-VI+).

Nel 1 980, per limitarci alle imprese di maggior rilievo, Dalla Rosa e Manolo tracciano una nuova via diretta, a destra della via Franceschi™ sulla parete Nord della Torre Dresda (gruppo delle Pale della Val Canali) lungo l’evidente diedro, con difficoltà continue tra il IV e il VI di 250 m su roccia ottima (49).

Sempre nell’80 D. Dalla Rosa con Castellaz realizza una nuova via sullo spigolo Nord Ovest della Cima del Bus del Diaol (m 280, III, IV, V – 26.08.80) e, insieme a A. Aminta, traccerà un originalissimo itinerario sulla parete Sud del Vomere (singolare parete levigata immediatamen­te a Nord del bivacco Feltre) denominata fessura dei “Worries” (1 20 m dal IV al VI) (50). Manolo insieme a Gianni Bordin apre una via di 200 m con difficoltà di V+ sulla parete Ovest dello Spallone Innominato (Via del Tarlo Vindicoso); con Piero Valmassoi apre la via Crisalide al Pilastro Edwige della Cima Canali (450 m V+); in solitària sale la parete Sud Ovest della Figlia della Canali (250 m V) e la via Cancro sul Cammello (m 150 – V+); sempre nell’estate ’80, insieme a P. Valmassoi, Manolo compie uno dei suoi capolavori: la via “Supermatita” alla parete Est del Sass Maor (m 1.200 VI+ continuo), considerata ancora oggi una delle più belle ed impegnative vie di tutte le Dolomiti.

E dell’inverno 1980 anche uno dei capolavori di Diego Dalla Rosa: la discesa con gli sci della Cima Ovest del Sass de Mura per il canalone Sud (60°), impresa che corona una intensa attività sci alpinistica svolta in questi anni da Diego nelle Dolomiti feltrine e fuori, che meriterebbe una specifica ricerca (51). L’iniziativa dei più intraprendenti componenti del gruppo si spinge anche nei nuovissimi e, per certi aspetti, insoliti ambienti ove si va affermando e sviluppando l’arrampicata libera in Italia. Tra il 1979 ed il 1981 Manolo e Dalla Rosa di volta in volta accompagnati da Attilio Aminta, Piero Bellumat ed altri occasionali amici e amiche aprono numerose vie sulle ancora inesplorate pareti del Golfo di Gaeta e nelle più diverse scogliere delle coste della Sardegna, realizzando itinerari ormai divenuti classici dell’arrampicata sportiva moderna (52 ).

Negli anni successivi Diego dedicherà la propria attività alpinistica al Sud America realizzando alcune prime nella catena delle Ande dove si impegnerà in una vasta attività di esplorazione; Manolo spiccherà il volo per le imprese che tutti conosciamo e che lo hanno portato ai vertici dell’arrampicata moderna.

La scuola di alpinismo e sci alpinismo

Gli anni successivi durante la presidenza quasi decennale di Aristide Riera, vedono concentrata l’attività del gruppo nel potenziamento e sviluppo della scuola di alpinismo e sci alpinismo, attività di grande valore educativo e di notevole, costante impegno dei componenti del gruppo. La scuola di alpinismo si può dire nasca proprio con la costituzione del gruppo, coincidendo con il 1967 lo svolgimento del primo corso ai avviamento all’alpinismo. L’esperienza e l’impegno profusi da Lino Barbante, Carlo D’Incau, Paolo De Paoli, Gianni Costantini, del Maresciallo Pasquali, di Bepi Pellegrinon e Decio De Bernardo consentono l’organizzazione dei primi corsi di alpinismo ai quali daranno il proprio apporto, negli anni successivi, i componenti del gruppo che vanno formandosi anche alle scuole centrali, conseguen­do i brevetti di istruttore nazionale di alpinismo e di sci alpinismo.

Ennio Conz, Rico Bertoldin, Giulio De Berteli, Guido Frare, Joe Zucchetto, Mario Gatto, Tito Pierobon, Claudio Furlin e così via via, le più giovani leve del gruppo, sono gli animatori di questa iniziativa. Viene attrezzata la palestra di Fonzaso e viene data continuità annuale ai diversi corsi roccia, ghiaccio e sci alpinismo. Ciò consente la creazione, nel 1975, della scuola di alpinismo e sci alpinismo che a tutt’oggi ha dato vita a ben 23 corsi di alpinismo su roccia, 18 corsi di alpinismo su ghiaccio e 15 corsi di sci alpinismo con un totale di circa 700 allievi.


Alla scuola vengono formate nuove genera­zioni di giovani appassionati della montagna, dalle quali usciranno i nuovi componenti del gruppo, e si formeranno, tra l’altro, giovani arrampicatori come Manolo, Diego Dalla Ro­sa, Roberto De Bortoli, Attilio Aminta, Andrea Marzemin, Oldino De Paoli. Alcuni di questi (Dalla Rosa, Manolo, De Paoli ecc.) entreranno essi stessi a far parte del gruppo rocciatori; altri, come Roberto De Bor­toli, Attilio Aminta, Andrea Marzemin, svilup­peranno autonomamente una intensa attività nei diversi gruppi dolomitici e nelle Dolomie feltrine in particolare, completando ed inte­grando, nel solco della tradizione alpinistica feltrino, il lavoro svolto dai loro compagni vec­chi e nuovi. Di particolare rilievo appaiono gli itinerari aperti da A. Aminta sulle torri di Neva insieme a A. Marzemin e altri, le vie numerose aperte da R. De Bortoli nel Cimonega e sulle Pale di S. Martino, la significativa e vasta attività svolta da A. Marzemin in Cimo-nega, sulle pareti della Val Scura (53) e, anco­ra, nelle Dolomiti cadorine ed ampezzane e nel gruppo della Marmolada. Nello stesso tempo l’esperienza maturata dai componenti del gruppo nel lavoro di istruttori sezionali consentirà alla scuola di dotarsi, me­diante la partecipazione ai corsi nazionali e regionali, di 3 istruttori nazionali di Alpini­smo, 3 istruttori nazionali di sci alpinismo, 8 istruttori di alpinismo e 6 istruttori di sci alpinismo.

Insieme, dalle scuole e dal gruppo, trae ali­mento, si consolida e si rinnova l’organico della stazione del soccorso alpino di Feltre che annovera tra i suoi volontàri gran parte dei componenti del gruppo rocciatori. In tale atti­vità si esprimono infatti quei valori di solidarie­tà che caratterizzano, dalla nascita, la vita del gruppo. Di pari passo con l’attività della scuola di sci alpinismo si sviluppa anche una intensa attivi­tà dei componenti del gruppo nella pratica dello sci alpinismo.

Ne sono animatori in particolare Giovanni Zucchetto e Guido Frare che hanno al loro attivo una vastissima esperienza nella ripeti­zione degli itinerari classici delle Dolomiti e delle Alpi. Trae alimento da questa esperienza la formazione di un attivo gruppo di appassio­nati che, oltre ad essere impegnati nel lavoro della scuola, svolge una intensa attività nel campo sci alpinistico, ricercando e aprendo itinerari nuovi nelle Alpi feltrine e nelle Pale, e ripercorrendo gli itinerari classici delle Alpi (dalla prima generazione di Decio De Bernar-do, Mario Gatto, Egidio Zatta, alla generazio­ne di mezzo di Armando Pari, Aldo De Zordi, Gianni Bordin, a quella più recente di Valerio Rech, Cesare Zucchetto, Augusto Angelini, Matteo Fiori).
Nell’ambito di questa molteplice attività e per giungere agli anni più vicini, merita ricordare ancora la partecipazione di Rico Bertoldin ed Enzo De Menech alla spedizione Everest 80 e l’esplorazione effettuata nel 1984 da Bubu, con Kurt Diembergher, dell’itinerario di acces­so dal versante cinese allo spigolo Nord del K.2, che preparerà la spedizione Santon del­l’anno successivo.

La terza generazione, 1980…

Traendo alimento da questa vasta esperienza maturata nei più diversi campi dell’alpinismo e nell’attività formativa delle scuole, negli anni ’80 il gruppo si arricchisce di nuove forze: entrano a farvi parte Emilie Dalla Corte, Mar­co Corazzai, Piergiorgio Corrado, Ariano Za-nin, Valerio Rech, Bruno Capretta, Moreno Sartor, Silvio Boz, Matteo Fiori, Roberto Cala-bretto, Teda Da Col e Oldino De Paoli. Viene svolto, come si è detto, un intenso lavoro nell’ambito dei corsi organizzati dalla scuola di alpinismo e sci alpinismo, si sviluppa un’ampia frequentazione di tutti i gruppi dolo­mitici con la ripetizione degli itinerari classici e più moderni, anche di estrema difficoltà, e si intensifica l’attività sci-alpinistica.

Nei primi anni 80, viene realizzata anche qualche via nuova e qualche prima ripetizio­ne: nel settembre 1982 Aldo De Zordi e More­no Sartor aprono un nuovo itinerario sulla parete Nord della Cima Ovest del Pizzocco (via Bivio Posa, m 300 dal III al V+); Ariano Zanin, E. Dalla Rosa e P. Dal Mas salgono in invernale il canalone Est del Cimone nel grup­po delle Tre Pietre (m 1000 PD-AD, 02.02.82) (54). A. De Zordi, M. Fiori e Veniero Dal Mas aprono una nuova via sulla parete Est-Nord Est della Cima Bianca nel gruppo dei Monfalconi (m 300, III e IV, 15.08.1983); O. De Paoli e I. Nascimbene compiono la prima ripetizione invernale della via France-schini-Bertoldin sullo spigolo Nord del Piz de Sagron (23.12.1984); M Fiori e Veniero Dal Mas compiono la prima salita dello spigolo Nord della spalla settentrionale (q. 2519) del­la Croda Gronda nelle Pale di S. Martino (m 900, II, III, IV, 21.07.1985); De Zordi, Dalla Corte, Furlin e Fiori compiono la prima ripeti­zione integrale della parete sud del Ciareido (via Svaluto Moreolo e via Valmassoi e C. all’avancorpo Sud e alla parete Sud) il 29.09.1985 (55); E. De Menech e Teda Da Col, la seconda donna componente del grup­po, aprono un nuovo itinerario sulla parete Sud Ovest del Piz di Palughet (m 250, III e IV -1986) intitolato all’amico scomparso Gio­vanni De Bigontina; ancora De Menech con M. Gottardi, tracciano una nuova via sulla parete Sud-Sud Est della Punta Cereda (via Vanno m 250, D – luglio 1987) (5Ó). Soprattutto negli ultimi tre anni conosce un nuovo impulso, specie per merito della forte ed affiatata cordata composta da Aldo De Zordi e Oldino De Paoli la frequentazione as­sidua dei vari gruppi delle Dolomiti feltrine con l’apertura di numerose nuove vie e la ripe­tizione di quasi tutti gli itinerari classici di salita delle diverse pareti, nell’intento di riprendere e completare quell’opera di esplorazione e ricerca che ha caratterizzato, come un filo conduttore, ogni fase della storia del gruppo.

Nell’ottobre del 1986 (18.10.1986) Aldo De Zordi e Denis Maoret aprono una nuova via di 400 metri sulla parete Sud del Comedon, a destra della via Castiglioni-Detassis, lunao una serie di diedri e fessure con difficoltà dal III al V con un passaggio di VI inferiore, la via, di notevole interesse per la logicità dell’iti­nerario e la bellezza dell’ambiente e della roccia, sarà ripetuta il 16.10.1988 da E. Dalla Corte e A. Zanin.

Sempre nell’ottobre del 1986 la stessa cordata De Zordi-Maoret realizza una nuova via sullo spigolo Sud Ovest del Pulpito dei Camorz, estrema propaggine Ovest del massiccio del Pizzocco (m 600 dal III al V – 31.10.1986). Il 20.09.1986 A. De Zordi e Silvio Boz effet­tuano la prima ripetizione integrale della via aperta nel 1946 da V. Penzo e R. Torresan sulla parete Sud Ovest del Sass dell’Ortiga (57). Gli stessi compiranno, l’inverno successi­vo, la prima ripetizione invernale della via Cassol-De Bastioni alla parete Ovest dello spallone Sud del Sass de Mura (58). Nel 1987 Aldo De Zordi e Oldino De Paoli aprono una nuova via diretta alla parete Ovest della Cima principale del Pizzocco (300 m dal IV al VI); un nuovo impegnativo itinerario sulla parete Nord della Torre S. Lorenzo nelle Torri di Cimia (via Gianna, 22.07.1987, m 200, IV-V, un passo di V+ e 3 m di Al su roccia ottima); una nuova via sulla parete Nord del Pizzocco (m 190 dal II al IV con 2 passi di V); una difficile ed impegnativa va­riante d’attacco alla nuova via sulla parete Ovest (85 m dal IV al VI e A3 – 21 / 22.11.1987); un nuovo itinerario sull’estrema sinistra della parete Sud del Comedon (via Ivan , 23.8.1987, m 400 dal I al IV con passi di V e V+).

Sempre nel 1987 Aldo De Zordi ed Emilio Dalla Corte tracciano una via nuova sulla pa­rete Sud Est del Comedon (via Stefania – giu­gno 1987, m 400, IV-V e V+), interessante e divertente itinerario su roccia compattissima in ambiente suggestivo e grandioso, che sarà ripetuto il 16.10.1988 da Morene Sartor e M. Fiori con una variante diretta finale di IV+ e V. Gli stessi De Zordi e dalla Corte l’8.11.1987 apriranno una nuova via sulla parete Sud della Pala Croce D’Aune (Val di Lamen, via Adele, m 400 dal IV al VI e A). Aldo De Zordi, Silvio Boz e Oldino De Paoli, sulla stessa Pala Croce D’Aune realizzano, un mese dopo, un nuovo itinerario di 300 m con difficoltà di V e Al.

Il 27.12.1987 sempre A. De Zordi e O. De Paoli, nel l’effettua re la 2a ripetizione invernale della via //William// allo spigolo Sud Ovest della Cima di Val Scura, apportano una variante diretta di 40 m con difficoltà dal IV al VI. La stagione ’87 si conclude, e non poteva essere celebrato meglio il ventennale del gruppo rocciatori, con due prime ripetizioni invernali di rilievo: Aldo De Zordi e Oldino De Paoli il 02.01.1988 ripetono in otto ore la direttissima nord “Via dei Boat” alla cima principale del Sass de Mura, aperta ventanni prima da tre dei fondatori del gruppo. Gli stessi De Zordi e De Paoli, nel corso dell’estate ’87, avevano effettuato la seconda ripetizione della stessa via intera­mente in libera (VII-) in 4 ore.
Il 19.03.1988 Aldo De Zordi e Morene Sartor ripetono in tredici ore la diretta Est della Parete Piatta (via De Bortoli-Conz-Frare-S. Pierobon) compiendo un’impresa di notevole rilievo sia per le difficoltà intrinseche della salita, che per le condizioni aggettive in cui è stata effettuata.

Il 1 ° giugno 1988 A. De Zordi e O. De Paoli iniziano la nuova stagione, che sarà ricca di nuove, significative imprese, aprendo una nuova via di salita al secondo pilastro della Cima di Val Scura (390 m dal III al V+, un passo di VI- e A); il giorno successivo insieme a Denis Maoret, la stessa cordata apre un difficile itinerario sulla vicina parete Sud Ovest della Cima di Val Scura (620 m dal III al V+, 2 pass. di VI-, 1 di VII- e AO) (59). Ancora nell’estate del 1988 vengono aperte, in rapida successione, tre nuove vie sull’invio­lata parete Nord est del Corno del Comedon: una prima, sulla sinistra, realizzata da De Zor-di-Maoret-Dal Molin (via “Carla”, m 300, III, IV+, V-, 25.6.1988); una seconda sulla de­stra, di minore impegno, realizzata da De Zordi-Tremea (m 245, III, IV, 3.7.1988), la terza, al centro, la più bella ed elegante che supera direttamente le grandi placche grigie, realizzata da De Zordi e C. Furlin (via “Pilar” m 310, IV+, V-, 23.7.1988) (60). Sempre De Paoli e De Zordi, rispettivamente il 30.7.1988 ed il 29.8.1988, aprono due nuove vie sulla parete Nord del Sass de Mura (via Laura m 470 dal III al VI- e AO; e la Via Battaglione Alpini Feltre m 345 dal III al V e VI+); ancora il 30.8.1988 ali stessi aprono un nuovo itinerario sulla parete Nord della cima Sud Ovest dello stesso Sass de Mura (via Maria m 325 dal III al VI-).

Dal 23 al 25 settembre De Zordi, De Paoli e D. Maoret ritornano in Val Scura compiendo, in una sequenza incredibile, alcune vie nuove e prime ripetizioni di rilievo: la prima ripetizione della via Zanolla-Dalla Rosa sulla parete Sud della Cima di vai Scura; una via nuova sulla parete Sud Ovest del primo pilastro (via Stracaganase m 330 dal III al V+ e 2 passi di 6-, De Zordi-De Pool i-Maoret); la prima ripetizione della via “Frantumi di Arcobaleno” (M. Dall’Agnola-Marzemin) per la parete Ovest al 1° pilastro, una via nuova, sempre sulla parete ovest del 1° pilastro, (via Snoopy m 130 dal III al IV+; De Paoli-De Zordi). Il 03.09.1988 sempre De Paoli e De Zordi tracciano una nuova via sulla parete Ovest del Pizzocco (via Gianfranco m 320 dal III al IV e 2 passi di V), mentre il 13.111.1988 aprono un nuovo interessante e logico itinera­rio di 300 m , con difficoltà dal III al V+ sulla parete Ovest della Cima Ovest del Pizzocco (via Vania), che sarà ripetuta l’8.9.1989 da M. Fiori e D. Maoret.

Nell’inverno 1988-89, dopo che nell’autunno precedente venivano ripetute alcune tra le vie più classiche del Cimonega e del Pizzocco, tra cui la 2a ripetizione assoluta della via Ca-stiglioni-Detassis alla parete Nord del Pizzoc­co (4.9.1988) e la probabile seconda ripeti­zione della diretta alla parete Sud del Sass de Mura – Via Conz-De Bortoli-Levis (16.10.1988), Dino De Paoli e Aldo De Zordi compiono alcune prime ripetizioni invernali di assoluto rilievo: quella della via Castiglioni-Detassis alla parete Nord del Pizzocco (22-23 dicembre 1988 ore 10 di arrampicata ef­fettiva 1 bivacco); il 03.01.1989 quella della via Castiglione-Detassis alla parete Nord del Sasso Largo; il 15.01.1989 quella della via Zanotto-Zanetti per la parete Nord del Piz de Sagron. Il 07.01.1989 De Zordi e Maoret aprono una via nuova alla parete Ovest della Cima principale del Pizzocco a sin. della via “Levis” (m 200, III, IV, V). Il 21.01.1989 sempre De Zordi e Maoret ripetono in invernale la via De Bastiani-Cassol-S. Pierobon per la parete Ovest alla Cima Principale del Pizzocco.

Il 04.02.1989 ancora De Zordi e Andrea Tremea effettuano la prima ripetizione invernale della via R. De Bortoli-Zanolla-Dalla Rosa alla parete Nord del Sass de Mura ed il giorno successivo ripetono la via Aminta-Marzemin alla parete Nord del Sass de Mura (via del Gran Capo). Il 12.02.1989 De Zordi e De Paoli compiono in 9 ore la prima ripetizione della via Capitan Uncino alla parete Ovest della Cima di Val Scura mentre il successivo 18.02.1989 effettuano la prima invernale della via aperta dallo stesso De Zordi con A. Riera nel 1978 sulla parete Nord del Pizzocco, e, ancora il 12.03.1989 realizzano la prima ripetizione invernale della via Conz-Levis-G. De Sortoli alla parete Sud del Sass de Mura.

Sempre nel corso del 1988-89 si mette in luce una nuova cordata nell’ambito del gruppo rocciatori, composta da due nuovi e giovani amici: Roberto Calabretto e Caterina DalT’Omo Essi impegnano la propria attività particolarmente nei gruppi del S. Sebastiano e della Molazza II 02.10.1988 aprono un nuovo itinerario di 200 m sulla parete Ovest della Cima di S Sebastiano con difficoltà fino al IV+; il 06.11.1988, insieme ad Agostino Franzoia e Giovanna Bonavolontà, aprono la via “Andromeda” sulla parete Sud delll’avancorpo del Sass de Duran a destra della Pala del Bò (170 m con difficoltà dal IV+ al V+ su roccia ottima); il 21.12.1988,’ sempre Roberto Calabretto e Caterina Dall’Omo, aprono un nuovo itinerario denominato “orio­ne” su restrema sinistra della parete Sud-Sud-Ovest della Pala delle Masenade (m 200 difficoltà i j ‘lY* SU rOCCÌ? ottima’; ” 22’01 -1989 g’1 stessi> sempre sulla parete Sud-Sud-Ovest della Pala delle Masenade, tracciano un nuovo elegante itinerario, denominato “Aldebaran”, di 250 metri di sviluppo e difficoltà fino al V superiore su roccia stupenda, e, ancora, M.l’i.1988 Roberto Caabretto e Pierre Verri aprono una nuova difficile via sulla parete Sud-Sud-Ovest della Pala della Masenade (via dei Nuovi Orizzonti, m 400, V, VI e VI+) (ól). Con il 1989 il gruppo rocciatori e la scuola di alpinismo conoscono un nuovo impulso e sviluppo della propria attività.

Entrano nuovi componenti (Mario Curto, Mario Carniel, Pierre Verri), viene eletto nuovo Presiden­te Mario Gatto, che ha al suo attivo una vasta attività alpinistica con numerose prime ascensioni ed un impegno costante di oltre ventanni nel gruppo; viene riorganizzata e potenziata la Scuola con l’aumento del numero dei corsi e l’approvazione di un nuovo statuto e regolamento.

I soliti Oldino De Paoli e Aldo De Zordi si rendono protagonisti di nuove importanti imprese.

II 19.7.1989 effettuano la prima ripetizione della via Zanolla-Dalla Rosa-Vettoretto-Faccchin alla parete Est del Sasso delle Undici (Cimonega); il 05.08.1989 realizzano la prima ripetizione della via dei Finanzieri (Daniele Ruggeri-Giacomo Corona-Paolo Loss) alla parete Nord Est del Sasso Largo (Cimonega); il 06.08.1989 trac­ciano un nuovo impegnativo itinerario sulla parete Est del Sasso delle Undici (m 380 IV, V, VI-); il 14 e 15 agosto 1989 realizzano la salita diretta centrate della parete Sud ovest della Cima di Val Scura (400 m V, VI, VII e A4), risolvendo il problema più impegnativo dell’intera parete con un itinerario considerato tra i più difficili, sotto il profilo tecnico, dell’in­tero gruppo.

Non poteva mancare, in questo quadro, un confronto con la grande ed impressionante parete Nord Est del Pizzocco ove si sono ci­mentati, negli anni trascorsi, alcuni tra i più forti alpinisti italiani e stranieri. Il 19 e 20 agosto 1989 De Paoli e De Zordi in 15 h. di arrampicata effettiva, effettuano la prima ripetizione della via degli Svizzeri, aperta da H. Weber e A. Schelbert nel luglio del 1959, dopo che si erano resi protagonisti della eccezionale impresa sulla parete Nord della cima Ovest di Lavaredo. Il 16.09.1989, infine, R. Calabretto, A. Zanin, A. De Zordi e D. Maoret realizzano una inte­ressante e logica variante iniziale alla via De Gasperi-Andretta alla parete Nord del Piz de Sagron (m 350 IV+), mentre il successivo 23 settembre A. De Zerdi, A. Zanin e D. Maoret aprono una nuova via diretta alla parete Ovest del Piz de Sagron (500 m , IV e V) dedicandola alla memoria del carissimo amico Paolino D’Alberto ancor giovanissimo, ma già forte e appassionato arrampicatore, stroncato l’anno prima da un’improvvisa malattia.

Continua così e si rinnova con le più giovani generazioni quella tradizione alpinistica coltivata e cresciuta in ventanni di storia del gruppo rocciatori feltrini. Riccardo Cassin, che ci ha onorato della sua presenza, alla celebrazione del nostro ventennale, ebbe a dire che nella continuità di questa tradizione, nell’attività delle scuole di alpinismo, nel volontariato del soccorso alpino e nella continua e tenace esplorazione e insieme gelosa difesa delle proprie montagne, si compendia un modo autentico di essere alpinisti oggi, di essere uomini amanti delle montagne, di essere amici. Così è stata la storia del gruppo e di ciò vanno orgogliosi i suoi componenti.

Matteo Fiori
(Sez. dì Feltre)

NOTE:

Nota generale: II presente lavoro, iniziato per la celebrazione del ventennale del terzo Gruppo Rocciatori (1967-1987) si è awalso in particolare del paziente e quotidiano lavoro di verbalizzazione e archiviazione dei materiali documentali da parte della valorosissima segretaria del gruppo, Carmen Giazzon. Indispensabile è stata la collaborazione di Giulio De Bortoli, Ennio Conz, Livio Cassol, Diego Dalla Rosa, Maurizio Zanolla, Aldo De Zordi, Odine De Paoli e Veniero Dal Mas le cui informazioni e consigli hanno consentito di arricchire e completare le fonti documentarie consultate e di ricostruire alcuni dei periodi più significativi della storia del Gruppo. Le vie per le quali non è indicata espressamente la fonte sono pubblicate sui diversi numeri delle riviste “Le Alpi Venete” e “Le Dolomiti Bellunesi”, e sulle guide “Le Alpi Feltrine” (Bertoldin, De Bortoli, Claut), “Val Canali” (Cappellari, Timillero), “Catena Centrale delle Pale di S. Martino” (G. Franceschini), “Nelle Pale di S. Martino” (M. Zanolla), “Arrampicare in Valle Sarca” (R. Bassi).

Le fotografie sono di Emiliano Meneghel, Vettor Delaito, Enrico Bertoldin, Mario Gatto, Oscar Giazzon, Guido Frare, Armando Pari, Giulio De Bortoli, Ennio Conz, Livio Cassol, Enzo De Menech, Diego Dalla Rosa, Maurizio Zanolla, Adriano Zanin, E. Dalla Corte, Aldo De Zordi, Roberto Calabretto, Tecla De Col, Matteo Fiori; lo schizzo è di Veniero Dal Mas.

  1. FRANZ HAULEITNER, Storia alpinistica del Sass de Mura, L.AV. n. 2-1971, L.AV. n. 1-1972; Storia Alpinistica del Cimonega L.A.V. n. 1-1973, L.A.V. n. 1-1974, L.A.V. n. 2-1974.
  2. FRANZ HAULEITNER, Storia Alpinistica del Sass de Mura, L.A.V. n. 1-1972, p. 34.
  3. FRANZ HAULEITNER, Storia Alpinistica del Cimonega, LA.V. n. 1-1973, p. 28.
  4. VENIERO DAL MAS, Storia Alpinistica dei Feruch, LD.B. n. 2-1980, p. 12.
  5. SEVERINO CASARA, Le Dolomiti di Feltre, 1969, pp. 74-75.
  6. SERGIO CLAUT, Cento anni di alpinismo nelle Alpi Feltrine, LD.B. n. 1-1978, p. 44 e segg.
  7. ETTORE CASTIGLIONI, T.C.I.-C.AI. Guida delle Pale, 1935, pag. 386 e segg.
  8. Notizie sull’attività del gruppo rocciatori si trovano in FRANZ HAULEITNER cit e in E. BERTOLDIN, G. DE BORTOLI, S. CLAUT, Le Alpi Feltrine 2a ed., 1977, Cortina.
  9. La via, che per quanto ci consta, conta pochissime ripetizioni, si svolge a sinistra delle placche grigie, al centro della grande parete, con itinerario vario di grande soddisfazione e difficoltà tra il III e il V, con passo di V+, sviluppo 780 m su roccia generalmente buona (la prima ripetizione venne compiuta dallo stesso D’Alberto con G. Bongiana nel 1957; è nota una probabile seconda ripetizione ad opera di E. Bertoldin e C. e una probabile terza ripetizione integrale di O. De Paoli, A. De Zordi, M. Fiori 1.11.1988).
  10. Spigolo Sud del Piz de Sagron (G. Franceschini, E. Bertoldin – 20.5.1961). Parte Nord della Torre W. Bodo (G. Franceschini, E. Bertoldin – 17.7.1963).
  11. Notizie sull’attività del 2° gruppo rocciatori si trovano in Hauleitner, cit, e E. Bertoldin, G. De Bortoli, S. Claut cit.
  12. Fra gli organizzatori dei primi corsi roccia, oltre a Bepi Pellegrinon, ricordiamo Gianni Costantini, il M.llo Pasquali, Decio De Bernardo ed Enrico Bertoldin.
  13. La costituzione ufficiale awiene nel novembre 1967 al bar della Cooperativa di Pedavena – N.P. Giulio De Bortoli.
  14. Statuto del gruppo rocciatori “Faganei”. Lo statuto venne poi modificato in alcune norme di giuramento, ma mantenuto inalterato nello spirito e nei principi fondamentali, tra i quali l’obbligo per i componenti di prestare la propria opera nell’attività didattica della scuola di alpinismo e sci alpinismo (Statuto 1970 e 1979) (Arch. G.R. CAI. Feltre).
  15. E. Conz e T. Pierobon, già il 12.7.1974, avevano aperto sulla parete est del Sass de Mura una diffìcile variante alla via per la cresta Nord (G. Franceschini) che si svolge dalla “banca soliva” lungo un camino ricurvo al primo spallone.
  16. “Faganei” è il nome del vecchio gruppo rocciatori del CAI. Feltre; via “dei Boat” è appunto denominata la direttissima della parete Nord della Cima principale del Sass de Mura.
  17. D. DE BERNARDO, In giro sui Monti del Sole, LAV. n. 2-1971, p. 115 e segg.
  18. Arch. G.R. pag. 34.
  19. Arch. G.R. pag. 57.
  20. Arch. G.R. pag. 52.
  21. Arch. G.R. pag. 65.
  22. Arch. G.R. pag. 55. In realtà questo itinerario venne già realizzato il 14.7.1948 da G. Franceschini e D. Palminteri. E. Conz, C. Levis e G. De Bortoli non erano a conoscenza di tale circostanza e ritennero trattarsi della prima ascensione. Essa comunque, rispetto all’originario sviluppo della via, che seguirebbe una volta usciti dalla parete, lo spigolone verso d., si porta direttamente in vetta lungo una serie di diedri e camini. E. Bertoldin, G. Bortoli, S. Claut cit. pag. 372; N.P. G. De Bortoli.
  23. Arch. G.R. pag. 59.
  24. N.P. Guido Frare, Arch. G.R. pagg. 36 e 84.
  25. Enrico Bertoldin aveva già fatto parte, negli anni 1958-61, del 2° gruppo rocciatori, aveva poi continuato la propria attività con una vasta frequentazione del Gruppo del Cimonega e delle Pale di S. Martino realizzando numerose salite e alcune prime ripetizioni. Rientrato a far parte del gruppo rocciatori nel 1972 fu uno dei primi organizzatori dei corsi di sci alpinismo avendo acquisito il brevetto di Istruttore Nazionale (Arch. G.R. pag. 147).
  26. La via “William”, così denominata per una promessa fatta dai componenti della cordata a William Faccini, costituisce il primo itinerario realizzato sulla magnifica parete Sud-Ovest della Cima di Val Scura, ove si misureranno negli anni, superando via via difficoltà sempre maggiori molte fra le migliori cordate del Gruppo Rocciatori. Recentemente ripetuta è ritenuta un itinerario molto iogico, vario e divertente, di media difficoltà, con arrampicata su roccia ottima di grande soddisfazione e in ambiente suggestivo. Lo stesso giorno della sua realizzazione (6.7.1974) la medesima cordata ha percorso per la prima volta la cresta Ovest della Cima di Val Scura, itinerario facile, con passaggi di III, che conduce in poco più di 1 ora dal Passo Forca alla Cima.
  27. Arch. G.R. pag. 148.
  28. Arch. G.R. pag. 148.
  29. N.P. Armando! Pari.
  30. Arch. G.R. pag. 180.
  31. Arch. G.R. pag. 180.
  32. N.P. Diego Dalla Rosa.
  33. Arch. G.R. pag. 180.
  34. La salita in solitària della via Frish-Corradini venne compiuta, a distanza di pochi giorni, da Diego Dalla Rosa prima e da “Manolo” poi. “Manolo” attendeva da qualche giorno il bel tempo; stanco di aspettare, una sera si abbandonò alle gozzoviglie. Ne approfittò il giorno successivo, durante una schiarita, Dalla Rosa che salì la via appendendo ad un chiodo un ciondolo che, qualche giorno dopo, staccò “Manolo”. N.P. Diego Dalla Rosa.
  35. N.P. Livio Cassol.
  36. N.P. Diego Dalla Rosa.
  37. Ivo Speranza, già componente del 2° gruppo rocciatori, era stato protagonista di alcune delle più significative imprese di quel periodo, tra le quali alcune prime ripetizioni invernali. Dopo un lungo periodo di emigrazione all’estero, per ragioni di lavoro, rientrato a Feltre aveva ripreso la propria attività alpinistica partecipando attivamente al lavoro dei corsi di alpinismo. Egli perirà il lunedì dell’Angelo del 1978 travolto da una slavina insieme a Renato Marlin e Dario Padovan nel gruppo di Fanis.
  38. N.P. Diego Dalla Rosa.
  39. Arch. Giulio De Bortoli.
  40. Tutte le informazioni sulle vie effettuate nei Monti del Sole dal 1977 in poi sono state tratte dall’Arch. di Giulio De Bortoli e dagli schemi di relazione di Diego Dalla Rosa.
  41. N.P. Diego Dalla Rosa.
  42. N.P. Diego Dalla Rosa.
  43. N.P. Maurizio Zanolla.
  44. N.P. Maurizio Zanolla.
  45. N.P. Dieqo Dalla Rosa.
  46. N.P. Diego Dalla Rosa.
  47. N.P. Maurizio Zanolla.
  48. N.P. Maurizio Zanolla.
  49. Arch. Diego Dalla Rosa.
  50. Arch. Diego Dalla Rosa.
  51. L’attività sci alpinistica di Diego Dalla Rosa merita una particolare attenzione in quanto ha interessato, per la prima volta, l’intero massiccio delle Vette feltrine con le discese dei più arditi canaloni nord. Citiamo fra gli altri, la discesa del Canalone nord del Pavione, la discesa del canalone dei Piadoch (fino a 45°) la discesa dalla forcella del Vallon (fino a 45°, due doppie). N.P. Diego dalla Rosa.
  52. Notizie più dettagliate su tale vasta attività si trovano in A. Gogna “Mezzogiorno di Pietra” Bologna 1986 e in ALP Maggio 1989 nr. 49 pagg. 22 e segg.
  53. Vedasi L.D.B. estate 1985 pagg. 38 e segg.
  54. N.P. Ariano Zanin.
  55. N.P. G. Feltrin (Falco).
  56. N.P. Enzo de Menech.
  57. L.A.V. n. 2-1988 paa. 235.
  58. N.P. Aldo De Zordi.
  59. Tutte le informazioni sulle vie effettuate dal 1988 sono tratte da informazioni private da Aldo De Zordi e Dino De Paoli.
  60. La prima ripetizione è compiuta da D. Maoret e A. Dal Molin il 3.9.1988. N.P. Aldo De Zordi.
  61. N.P. Roberto Calabretto.