ORGANIGRAMMA


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Alpinismo Giovanile

CHI SIAMO

L’Accompagnatore di Alpinismo Giovanile è la figura che il CAI ha ideato appositamente perché si rivolga ai frequentatori più giovani della montagna. L’approccio non è quello dell’istruttore, che insegna la tecnica, ma ci proponiamo di Accompagnare, sia durante l’escursione, sia in una fase di crescita e maturazione così delicata come quella della fanciullezza e adolescenza. Ci impegniamo ad essere un modello positivo, cerchiamo di trasmettere valori quali il rispetto per l’ambiente e per i compagni, la sicurezza in montagna… la presa di coscienza dei limiti e delle potenzialità.

L’Accompagnatore di Alpinismo Giovanile segue un percorso formativo diverso rispetto a tutti gli altri istruttori. A una approfondita conoscenza della tecnica alpinistica in tutti gli ambienti, invernale, ghiaccio, roccia, escursionismo, infatti, si affianca una serie di conoscenze pedagogiche e didattiche che permettono un approccio efficace verso i giovani allievi. Da non trascurare l’aggiornamento continuo a cui gli Accompagnatori sono tenuti, per garantire un costante miglioramento delle capacità e un incremento delle conoscenze.

Sono previsti tre livelli di specializzazione:

  • Accompagnatore Sezionale di Alpinismo Giovanile (ASAG): opera come aiuto-accompagnatore all’interno della Sezione. Ha responsabilità limitate, ma è un tramite fondamentale tra gli allievi e gli istruttori.
  • Accompagnatore di Alpinismo Giovanile (AAG): figura che opera a livello regionale, è capace di organizzare e gestire le gite, coordina gli ASAG.
  • Accompagnatore Nazionale di Alpinismo Giovanile (ANAG): ha le conoscenze e le capacità specifiche per formare gli Accompagnatori.

COSA FACCIAMO

Il CAI Feltre, attraverso il Gruppo di Alpinismo Giovanile, si rivolge in modo specifico a bambini/e e ragazzi/e che abbiano la curiosità e la passione per l’universo della montagna.

Come Accompagnatori di Alpinismo Giovanile ci impegniamo a far sperimentare quanti più aspetti possibili, dalla passeggiata, all’arrampicata, affinché ciascun allievo possa scoprire nuovi interessi e, da adulto, cercare magari una particolare specializzazione.

Il calendario delle attività si snoda soprattutto nel periodo estivo, in un clima di amicizia e allegria, perché sappiamo che non basta conoscere la tecnica ma serve, con i nostri allievi, un particolare approccio pedagogico, emotivo e relazionale.

Le attività variano di anno in anno, ma sempre seguendo le linee guida che ci vengono date a livello nazionale dal Piano Didattico dell’Alpinismo Giovanile:

  1. I Valori: dell’alpinismo, della montagna, le tradizioni del CAI, la storia dell’alpinismo.
  2. Il movimento: camminare, la progressione verticale, l’ambiente.
  3. L’orientamento: appropriarsi dello spazio, dove sei, dove vai, dove sei stato.
  4. La sicurezza: i pericoli della montagna, il meteo, le tecniche base per muoversi in sicurezza nell’ambiente montano.
  5. L’ambiente: geografia della montagna, lettura integrata del paesaggio, ambiente montano naturale.

Per raggiungere questi obiettivi, proponiamo una serie di attività che possono essere suddivise in lezioni teoriche o uscite in ambiente.

Le  lezioni teoriche  sono pensate per essere adeguate alle varie fasce d’età dei ragazzi e senza mai trascurare l’aspetto ludico. Le uscite in ambiente sono  gite con difficoltà crescente, dall’escursione naturalistica alla via ferrata.

Inoltre proponiamo delle giornate in palestra di roccia per conoscere le attrezzature e imparare le basi della progressione verticale.  Un programma “ad hoc” ed un adeguato rapporto numerico allievi-istruttori, consentono la massima attenzione agli aspetti formativi e alla sicurezza.


LA NOSTRA STORIA

Le prime tracce di Alpinismo Giovanile si hanno nella sezione di Roma del CAI, con le prime gite dei bambini e dei ragazzi condotte da Cesare Imperi negli anni dal 1920 al 1925. L’attività andava sotto il nome di “Escursionismo Scolastico del Club Alpino Italiano” (ESCAI). Negli anni del fascismo il governo scioglie l’ESCAI, perché non facesse concorrenza alle attività per i giovani organizzate dal partito (la Gioventù Italiana del littorio e il Gruppo universitari fascisti). Nel dopoguerra a Roma l’attività con i ragazzi riprende in via ufficiosa negli anni 1947-1953.

Nel 1953 viene ricostituito ufficialmente il gruppo ESCAI, e alla sigla viene dato il significato di “Excelsior Semper Colant Ascendere Juvenes” (i giovani si curino di salire sempre più in alto), riferito sia alla montagna che al percorso umano ed educativo che il CAI si proponeva (e si propone tutt’ora) di far seguire ai ragazzi. La reggenza del gruppo viene assunta da Carlo Pettenati (“Zio Carlo”, come lo chiamavano i bambini), allora vicepresidente della sezione di Roma, che è considerato l’ideatore dell’Alpinismo Giovanile.

Nel 1954 il CAI forma la Commissione Centrale Alpinismo Giovanile (inizialmente con sede presso la sezione di Roma). Pettenati ne diventa il presidente (lo rimarrà fino al 1973, anno della sua morte). Sempre Pettenati è chiamato nel 1957 a rappresentare il CAI all’UNESCO. Negli anni successivi altre sezioni in tutta Italia seguono l’esempio di Roma e costituiscono loro gruppi di Alpinismo Giovanile.

Nel 1980 viene istituita la figura dell’Accompagnatore di Alpinismo Giovanile (vedi oltre) e si tiene a Verona il primo congresso nazionale (fino a quel momento non esistevano regolamenti nazionali ne’ corsi di formazione). Nel 1987 viene creato un albo degli accompagnatori, e l’anno successivo viene istituita la figura dell’Accompagnatore Nazionale di Alpinismo Giovanile.

Nel 1988 la commissione centrale pubblica il “Progetto Educativo”, documento ufficiale del CAI sull’Alpinismo Giovanile, e nel 1990 la circolare sul metodo applicativo, che spiega i principi e le regole da applicare, allo scopo di uniformare l’attività a livello nazionale.